L’ecografia duttulo radiale

di Philippe Lagarde

Dal libro CANCRO Domande e Risposte del 2008

“Essa rappresenta una vera rivoluzione nella diagnosi precoce dei tumori al seno. Con questo esame, scoperto da un Francese, Michel TEBOUL, non si parla più di lesione centimetrica ma millimetrica. Non si tratta più di cercare un ago in un pagliaio, anzi l’esame permette di scoprire l’anatomia del seno, di vedere i lobi, i lobuli, i dotti galattofori, e di cercare lesioni millimetriche. Naturalmente, occorre avere un certo allenamento per cominciare a viaggiare con efficacia nell’anatomia mammaria e la formazione degli ecografisti è un problema. D’altronde essa è iniziata in Francia, a Nîmes ed Aix-en-Provence con il dott. AMY, negli Stati Uniti con STAVROS (la somma autorità dell’indagine mammaria), in Giappone con EI VENO ed in diversi paesi europei.

Può essere eseguita solo se vengono rispettate alcune condizioni:

  1. Conoscere l’anatomia del seno. Questa condizione è fondamentale.

Sulle immagini qui sotto riprodotte, potrete notare che la ghiandola mammaria assomiglia ad una margherita con i propri petali. I petali sono i lobi. Nei lobi si trovano i lobuli ed in essi gli acini. Tutto ciò assomiglia ad un grappolo d’uva. Infine si distinguono bene i dotti che partono dal capezzolo. Sono i dotti galattofori dentro i quali circola il latte durante l’allattamento.
Partendo dal capezzolo, una lunga sonda potrà studiarli sulla totalità della loro lunghezza, in particolare il loro contenuto, lobo dopo lobo.

I tumori al seno nascono nel tessuto epiteliale che tappezza tutta la rete dei dotti, degli acini e dei lobuli. È proprio là che l’ecografia ductoradiale cercherà i primi segni della cancerizzazione ed i primi indizi di un’ipervascolarizzazione anomala. Ma diversamente dalla risonanza magnetica, essa studierà queste trasformazioni in un ambiente funzionale, in mezzo ad un’anatomia precisa e non in un ambiente “indefinito e vaporoso”, senza nessun punto di riferimento. Sarà in grado di individuare eventuali masse infracliniche e cliniche, focolai di microcalcificazioni, dilatazioni dei dotti galattofori, ipervascolarizzazioni, trasformazioni benigne o precancerose del tessuto epiteliale.

2. Applicare una tecnica rigorosa. Per cui si deve:

Utilizzare una sonda particolare:

• lunga (9,4 cm), lunghezza che permette di prendere d’infilata la totalità del lobo.
• ricoperta di una sacca d’acqua

Applicare una tecnica d’indagine radiata.

Possedere un materiale di qualità.

Essere un operatore esperto.

Per essere più precisa ed avere prestazioni maggiori, questa tecnica viene sostenuta da due altre tecniche di grande utilità: il DOPPLER e l’ELASTOGRAFIA.

Il DOPPLER permette di verificare la presenza di un’ipervascolarizzazione e di fare la diagnosi differenziale tra le diverse lesioni incontrate che presentano una ricca vascolarizzazione, per esempio tra un adenoma florido ed un ganglio intramammario. Anche lo studio del flusso nei vasi incontrati nella lesione fornisce elementi importanti.

L’ELASTOGRAFIA permette di misurare l’elasticità del tessuto o dei tessuti che costituiscono la lesione individuata con l’esame. In effetti l’elasticità varia secondo l’eventuale presenza di liquido o di tessuti più o meno compatti. Grazie alla colorazione, si può classificare la lesione studiata.

Nella pagina seguente due esempi di tumori millimetrici (6 e 4,4 mm) visti con l’ecografia ductoradiale e studiati con l’elastografia.

È ovvio che l’ecografia ductoradiale è la tecnologia migliore nel 2006 per individuare piccoli tumori al seno.

D’altro canto, questa tecnica potrebbe rivelarsi molto utile per partecipare a terapie nuove, in particolare per individuare meglio lesioni infracliniche che potrebbero essere raggiunte e distrutte grazie a molecole (nanoparticelle) o anticorpi monoclonali trasportati dal sangue ed attivati con il DOPPLER. Queste proteine si fisserebbero su ricettori di membrana.

Ma, mi direte, perché nessuno parla di questo esame? Perché gli specialisti non lo menzionano? Perché le istituzioni politiche responsabili della Sanità non sembrano sapere nulla a proposito?

La Francia e numerosissimi paesi stanno investendo da 20 anni importi considerevoli nella mammografia. È un errore che ora stiamo pagando. La classe medica accademica è molto conservatrice, come sappiamo. È lei a consigliare i politici.
Il materiale radiologico è stato interamente sostituito. Occorre ormai ammortizzarlo economicamente.
La redditività di una tecnologia di indagine per la diagnosi precoce di massa si valuta soprattutto con il numero di esami che possono essere eseguiti nell’arco di un’ora. Per la mammografia, questo numero varia da 8 a 10 esami l’ora. Invece non si possono fare più di 3 o 4 ecografie ductoradiali in un’ora. La redditività è prioritaria su tutto il resto. Ma per guadagnarsi le schede elettorali del popolo, i politici lo devono accontentare… “Battiamo la grancassa alla mammografia aspettando giorni migliori”, tale è la loro concezione.
Occorrerà quindi aspettare probabilmente ancora qualche anno prima che l’ecografia ductoradiale possa imporsi e forse essa non potrà mai essere utilizzata come esame per la diagnosi precoce di massa. Fare la radiografia di una “spugna” è più rapido e più facile che studiare in modo minuzioso ogni “petalo della margherita”, cioè ogni lobo della ghiandola mammaria.

Documenti: Dott. AMY (Aix-en-Provence)”

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Chi è il Dr. Lagarde

Philippe Lagarde è un rinomato medico specializzato in oncologia, conosciuto in tutto il mondo per le sue idee e tecniche innovative di applicazione delle cure per il cancro e dal suo immenso impegno sociale verso le persone affette dalla malattia.

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