L’OMS stima che l’avvelenamento da pesticidi causa circa 250.000 morti all’anno!
Molto più del COVID!
Un nuovo studio dell’associazione Générations Futures ha appena dimostrato che il glifosato, un potente erbicida, era presente nelle urine di tutti coloro che hanno partecipato alle analisi. L’uso di pesticidi in Francia rimane massiccio; tuttavia, diversi lavori scientifici hanno recentemente dimostrato i molteplici vantaggi dell’agricoltura biologica.
Nel 2016, diversi studi scientifici ci hanno informato che siamo stati esposti ogni giorno a quasi 130 inquinamenti chimici e che i residui di pesticidi organofosfato, organocloro o clorofenolo erano quantificabili nei fluidi biologici dell’intera popolazione francese. Pertanto, il 100% degli abitanti della Francia sarebbe colpito dai pesticidi (in Italia notiamo lo stesso fenomeno). Informazioni piuttosto preoccupanti che sono state confermate lo scorso aprile con un nuovo studio sul glifosato, la molecola principale dell’erbicida Roundup, prodotto dalla controversa società Monsanto.
Glifosato, un cancerogeno probabilmente presente ovunque!
Pubblicato il 6 aprile 2017 dall’associazione Générations Futures – specializzata in pesticidi e campagne contro il loro uso -, il rapporto esaminava i livelli di glifosato rilevabili nelle urine di circa trenta personalità (individui di età e genere differenti , vegetariani o no, che vivono in città o in campagna), dalla cantante Emily Loizeau alla editorialista Charline Vanhoenacker, passando all’attore e conduttore Alex Vizorek e l’ex ministro socialista dell’Ecologia Delphine Batho. E le analisi sono chiare: il 100% dei campioni contiene la molecola attiva di questo pesticida, che è il più usato al mondo, specialmente in agricoltura.
Ne troviamo tracce nell’acqua e nell’aria, ma anche nel cibo. I volontari mostrano una contaminazione del glifosato di 1,25 microgrammi per litro (μg / l) in media, o “12,5 volte la concentrazione massima ammissibile per un pesticida nell’acqua” specifica Nadine Lauverjat, coordinatrice dell’associazione, che richiede l’applicazione del principio di precauzione e l’interruzione della vendita di questo erbicida, classificato come “probabile cancerogeno” da marzo 2015 dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS). Alcuni sostenitori dell’uso di pesticidi denunciano uno studio allarmistico che punta il dito sul piccolo campione di persone testate. Ad eccezione del fatto che lo studio Urinale, condotto in Germania su 2000 volontari o condotto su 48 eurodeputati nel maggio 2016, indica concentrazioni di glifosato molto simili a quelle presentate da Générations Futures, con livelli medi di 1,08 μg/l e 1,73 μg / l. “Sfortunatamente, queste analisi confermano ciò che temevamo dopo aver consultato altri studi condotti altrove in Europa e nel mondo: siamo tutti contaminati dal glifosato”, conclude il portavoce di Générations Futures.
“Scienza e universo agosto 2017”