Il lavoro di questa équipe del Centro di ricerca sul cancro di Lione, guidata da Julien Marie, potrebbe portare alla ricerca di marcatori predittivi di alcuni tumori. Inoltre, solleva interrogativi sulla durata dell’immunoterapia in alcuni pazienti oncologici.
Circa il 30% dei tumori si sviluppa a causa di un’infiammazione cronica localizzata, in particolare alcuni tumori del colon-retto, dell’intestino tenue, del fegato o del pancreas.
“Nel caso dell’intestino, che è lungo 9 metri, il cancro si svilupperà nei 2-3 centimetri in cui si trova l’infiammazione cronica”, spiega, a Le Progrès, Julien Marie, direttore della ricerca dell’Inserm.
Con la sua équipe del Centro di ricerca sul cancro di Lione (Inserm/CNRS/Università di Lione 1/Centro Léon Bérard), si è concentrato su una popolazione di cellule immunitarie, i linfociti TH17, già noti per essere coinvolti in malattie infiammatorie come la sclerosi multipla e il morbo di Crohn.
“Potremmo trovare un marcatore predittivo”
Utilizzando i cosiddetti approcci di “sequenziamento dell’RNA a singola cellula”, questi scienziati sono stati i primi a dimostrare l’eterogeneità delle cellule TH17 all’interno dell’intestino. In uno studio pubblicato sulla rivista Nature Immunology hanno identificato 8 sottotipi derivati da queste cellule e con ruoli distinti. I ricercatori hanno scoperto che uno di questi sottotipi ha un ruolo potenzialmente tumorale.
A contatto con queste cellule di derivazione TH17, cellule intestinali precedentemente sane possono diventare cancerose.
Questo è particolarmente vero per le persone a rischio, come i pazienti affetti dal morbo di Crohn o da altre coliti infiammatorie.
Ma gli scienziati hanno anche identificato che una proteina – la citochina TGF – è in grado di inibire la formazione di queste cellule tumorali, aprendo la strada a terapie.
Per Julien Marie, i vantaggi di queste scoperte sono duplici.
Potrebbero indurre i medici a mettere in discussione la durata delle immunoterapie in alcuni pazienti oncologici perché, se da un lato le immunoterapie hanno rivoluzionato il trattamento di alcuni tumori, dall’altro sono note per portare a un’infiammazione intestinale cronica. Un ciclo di trattamento troppo lungo potrebbe quindi essere accompagnato dalla comparsa del sottotipo linfocitario TH17 tumorigenico.
Ma questo lavoro apre anche prospettive per la medicina predittiva. “Potremmo trovare un marcatore predittivo per ‘tutti’ e dire: ‘Avete questo tipo di cellula, quindi la monitoreremo’”, sottolinea Julien Marie.
Secondo il ricercatore, i meccanismi scoperti dal suo team nel cancro intestinale sono senza dubbio presenti anche nei tumori del pancreas e del fegato.
Sylvie Montaron
Rivista: Lyon et région
Mercoledì 28 agosto 2024
Lione