La fibromialgia è caratterizzata da un dolore diffuso e costante, principalmente muscolare, in alcuni punti precisi e doloroso al tatto (collo, spalle, schiena, torace, braccia e gambe). Dolore aggravato dagli sforzi, dal freddo, dall’umidità, dalle emozioni, dalla mancanza di sonno e persistente da almeno 3 mesi.
Ci sono altri sintomi, che variano a seconda del paziente e che si evolvono col passare del tempo:
• Affaticamento grave, cronico;
• Disturbi del sonno, memoria, concentrazione;
• Difficoltà cognitive con difficoltà nelle attività della vita quotidiana;
• Disturbi psicologici (ansia grave, panico, depressione);
• Disturbi digestivi (intestino irritabile).
Fattori scatenanti: sforzi, freddo, umidità, emozioni, odori, rumori, incidenti cervicali, operazioni chirurgiche, vaccinazioni, ecc.
Nel 90% dei casi si tratta di pazienti femminili.
La fibromialgia non è una malattia mentale o psicologica come molti medici pensano. Si tratta di una malattia neurologica, come è stato recentemente dimostrato dalla scienza moderna, in particolare attraverso la diagnostica, RMN e PET, la quale ha rilevato che con la fibromialgia avvengono cambiamenti nel sistema nervoso centrale, in particolare nelle aree del dolore e nelle aree della memoria, spiegando l’iperalgesia, l’allodinia e i principali segni clinici. Queste anomalie sono dovute a cambiamenti e disturbi dei neuromediatori del dolore che garantiscono la trasmissione di informazioni tra le cellule del sistema nervoso centrale, i neuroni.
È qui che dobbiamo cercare di intervenire.
Sappiamo da tempo che 2 neuromediatori sono legati alla fibromialgia: la serotonina e la sostanza P.
La serotonina è coinvolta in molte funzioni di regolazione, come l’umore e i cicli del sonno. La Sostanza P lavora con la serotonina e colpisce la percezione del dolore. Queste due sostanze lavorano insieme. La sostanza P è responsabile della trasmissione degli impulsi dolorosi al cervello ed al midollo spinale e produce un impulso nervoso che dilata i vasi sanguigni.
Nelle persone con fibromialgia, con livelli significativi di sostanza P, ad esempio tre volte superiore, potrebbe spiegare il perché dell’intensa percezione del dolore. Allo stesso modo, il basso tasso di serotonina ed i sintomi della fibromialgia sono altamente correlati!
Ma dove è prodotta la serotonina? Nel cervello certamente, ma anche, e soprattutto, nel tratto gastrointestinale. Questo è probabilmente uno dei nodi principali del meccanismo strettamente legato a questa malattia.
Infatti, l’intestino produce e contiene la stragrande maggioranza della serotonina del nostro corpo.
La serotonina, o 5-idrossitriptamina, è infatti prodotta dalle cellule enterocromaffine che rivestono il tratto digerente.
È giusto sapere che il nostro intestino rappresenta il luogo principale della produzione di serotonina e la capacità di serotonina prodotta nell’intestino influenza il benessere mentale. Ciò rappresenta un argomento topico e non tanto discusso.
I batteri intestinali possono influenzare direttamente e indirettamente i livelli di serotonina. Possono interagire con il sistema nervoso per alterare la sua produzione di neurotrasmettitori.
La salute del nostro cervello e del nostro tratto digerente è indissolubilmente legata in quanto la funzione di uno colpisce la funzione dell’altro. Le persone con sindrome dell’intestino irritabile tendono a presentare percentuali sempre più alte di disturbi mentali, fibromialgie e malattie di Crohn.
Concludiamo che i probiotici probabilmente hanno un posto privilegiato nel trattamento della fibromialgia. Un ceppo particolare sembra svolgere un ruolo importante: il Lactobacillus acidophilus.
Uno studio ha scoperto che l’assunzione di un probiotico contenente ceppi di Lactobacillus acidophilus migliora l’ipersensibilità. Prendendo misure per gestire lo stress, l’esercizio fisico, adottare una dieta sana, ricca di verdure, associando l’assunzione giornaliera di un probiotico, sono i primi suggerimenti, logici, da proporre per il miglioramento del trattamento della fibromialgia.
Le donne che hanno molta più difficoltà nella produzione di serotonina sono ovviamente le più colpite da questa malattia.
Infine, c’è una predisposizione genetica. Forse un meccanismo associato auto-immune? È probabile.
Alcuni fattori ambientali potrebbero svolgere un ruolo favorevole o è del tutto causale?
Pensiamo all’elettro-sensibilità. Il Dr. Belpomme ha identificato sugli esami IRM le stesse lesioni a livello del sistema nervoso centrale.
UTILIZZANDO QUESTI NUOVI CONCETTI SI PUO’ CURARE MEGLIO LA FIBROMIALGIA
Crediamo che sia possibile progredire nel trattamento.
Finora nessun trattamento ha funzionato. I farmaci utilizzati sino adesso sono stati totalmente inefficaci: analgesici (Tramadolo, Paracetamolo), antidepressivi (Duloxetina, Lyrica) anti-epilettici, calmanti muscolare.
Si è invece rilevata molto interessante l’attività fisica.
La nostra medicina ultra-scientifica è totalmente impotente.
Gli elementi essenziali della nostra ricerca ci hanno permesso di capire che:
1) gli attori principali sono 2 neuromediatori: la serotonina e Sostanza P. La prima, la serotonina, ha un dosaggio più basso (sindrome di bassa serotonina), l’altra, la Sostanza P, ha un alto dosaggio fino a 3 volte più del normale. Come possiamo ripristinare l’equilibrio tra questi due neuromediatori?
• In primo luogo, trattare la sindrome dell’intestino irritabile che è sempre più o meno presente (probiotici ricchi di Lactobacillus acidophilus, regime alimentare ricco di verdure ed effettuare una ricerca di eventuali intolleranze alimentari).
• Utilizzare l’azione delle piante adattogene intere, e non estratti
• Melatonina e Griffonia simplicifolia (5-Idrossitriptofane).
2) aumentare, sostenere e proteggere la circolazione sanguigna del cervello con Omega 3, Ginkgo biloba e vite rosa
3) Vitamine B
4) attività fisica con esercizi graduali e adatti, nuoto, piscina e talassoterapia sono un aiuto significativo contro lo stress e il dolore.
5) gli antidepressivi e gli analgesici convenzionali non hanno effetto favorevole, al contrario possono ulteriormente aumentare i problemi generati dalla sindrome dell’intestino irritabile e sovraccaricare inutilmente le funzioni epatiche e renali.
Non pensate, tuttavia, che questo nuovo approccio al trattamento della fibromialgia sarà efficace immediatamente. Ci vuole tempo per ripristinare la salute dell’intestino e ripopolare la flora batterica. Serve tempo per il vostro sistema nervoso centrale per comunicare normalmente con il vostro microbiota intestinale. Cure per almeno tre mesi.