Tumore : per numerosi ricercatori, i trattamenti con dosi moderate sarebbero più efficaci.

di Philippe Lagarde

Secondo una ricerca svolta su dei topi e pubblicata recentemente, l’utilizzo di un dosaggio minore in chemioterapia sembra essere più efficace nel tenere sotto controllo il tumore, riducendo gli effetti secondari e lo sviluppo della resistenza ai medicinali. In base a questo studio, i ricercatori hanno modificato geneticamente i roditori provocando un tumore al seno. Science Translational Medicine.
I ricercatori hanno spiegato in che modo l’impiego attuale della chemioterapia consente raramente di eliminare del tutto il tumore. Infatti, le cellule tumorali diventano più resistenti al trattamento e possono provocare la ricomparsa di un tumore ancora più aggressivo. Questo nuovo approccio consente di diffondere un dosaggio ridotto di chemioterapia che provoca un arresto del tumore “preservando una piccola quantità di cellule che rimangono sensibili al trattamento e bloccando la crescita delle cellule resistenti”. Nei topi, la cura standard con dosi massicce dell’antitumorale paclitaxel, ha ridotto il tumore al seno, ma esso è riapparso dopo la fine della chemioterapia.

Verso nuove terapie ?
Seguendo questo approccio progressivo, che consiste nell’iniziare con dosi più concentrate e procedere con dosaggi progressivamente più deboli, emerge un controllo più efficace e duraturo del tumore. Queste ricerche hanno dimostrato che nel 60, fino all’ 80% dei topi curati con “l’ approccio “ progressivo, decorre un periodo di tempo più lungo prima di una ricomparsa del tumore dopo la fine della chemioterapia.
La Dr.ssa Giannoula Klement, della facoltà di medicina dell’Università di Tufts, in un editoriale che accompagna lo studio, stima che queste ricerche dimostrano “un potenziale molto buono per le future terapie”.

Altre opere vanno ancora oltre. Così Benjamin Roche e Frederic Thomas dichiarano: “Se non puoi uccidere il tuo nemico, è quindi strategico lasciarlo in competizione per indebolirlo.
In assenza di trattamento, le cellule tumorali resistenti alla chemioterapia sono spesso svantaggiate in concorrenza con le cellule cancerose sensibili, poiché la capacità di resistere al trattamento richiede adattamenti costosi andando a scapito della proliferazione “.
Una forte chemioterapia uccidendo tutte le cellule sensibili rimuove i concorrenti dalle cellule resistenti, che non vengono uccise.
Il paziente migliorerà rapidamente perché la quantità di cellule tumorali nel suo corpo sarà diminuita. Ma questa pausa avrà vita breve e nulla impedirà alle cellule resistenti di proliferare.
D’altra parte, la chemioterapia leggera, uccidendo solo una parte di cellule sensibili, ha 2 vantaggi:
– il tumore rimane di dimensioni più o meno costanti
– le cellule tumorali resistenti rimangono controllate dalla competizione con le restanti cellule sensibili.

Numerosi laboratori di ricerca negli USA, in Canada e in Europa, confermano questi lavori :   B.UJVARI, F.THOMAS, A.ARNAL, R.PYE, NUNNEY (per Science giugno 2018), Benjamin ROCHE (direttore di ricerca IRD).
Tra terapie mirate poco efficaci per il momento, costosissime, e chemioterapie estremamente tossiche, questa proposta ancora sperimentale negli USA potrebbe essere una soluzione saggia da non trascurare. Ma i laboratori farmaceutici lo consentiranno? Ne dubito.
Dr. Lagarde Philippe

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Chi è il Dr. Lagarde

Philippe Lagarde è un rinomato medico specializzato in oncologia, conosciuto in tutto il mondo per le sue idee e tecniche innovative di applicazione delle cure per il cancro e dal suo immenso impegno sociale verso le persone affette dalla malattia.

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