Medicina Integrata e food management per la prevenzione e la cura del tumore

di Philippe Lagarde

Estratto della lezione inaugurale del Master “Medicina Integrata e food management per la prevenzione e la cura del tumore” del 12/12/2019 all’Università di Catania.

“Medicina Integrata e food management per la prevenzione e la cura del tumore”

La medicina è intrappolata in una spirale infernale.

Noi oggi abbiamo la convinzione che senza di essa, non potremmo esistere. Il riferimento medico costituisce la nuova identità del corpo, la nuova religione, su questa si riporta la responsabilità totale del nostro corpo.

Riflettete:

– mangiamo qualsiasi cosa prendendo farmaci per perdere peso.

– fumiamo 2 pacchetti di sigarette al giorno e chiediamo di effettuare esami per individuare il cancro ai polmoni.

 
Ognuno crede di poter fare quello che vuole, perché poi crede che verrà salvato dalla medicina.
Questa situazione è disastrosa. Tutti gli esseri umani sono convinti che, per sopravvivere, servano esami ogni dieci secondi, qualche pillola presa al mattino e alla sera. Ecco l’infinito consumismo …

Che si voglia vedere l’evidenza o no, questa è una truffa.

E soprattutto, non ci rendiamo conto che c’è un errore: troppo spesso si confonde la diagnosi precoce con la prevenzione. 


Questa fede
nella medicina onnipotente, è alimentata da successi spettacolari (chirurgia, cardiologia, trapianti, immunologia).

Attenzione però, in oncologia è molto diverso: si parla tanto di immunologia e genetica, ma i risultati favorevoli in realtà riguardano solo un numero molto ridotto di malati.   Ammettiamolo, il tasso di mortalità per cancro è cambiato poco e nonostante alcune rivoluzioni terapeutiche, il cancro, ahinoi, uccide ancora troppo.

Mentre attendiamo la “pillola miracolosa”, non possiamo stare fermi a guardare senza reagire. Se non possiamo ancora guarire i tumori, perlomeno siamo chiamati a lavorare al meglio delle nostre possibilità.

Finora non l’abbiamo fatto e noi abbiamo fallito questa missione.  Non dobbiamo mai dimenticare e sottovalutare che il nostro nemico, la cellula tumorale, è una cellula “intelligente”. <<La cellula maligna sa fare tutto e se non sa ancora come farlo, imparerà rapidamente, per il momento troppo veloce per noi.>>  Lucien Israel.

Il titolo di questo Master riassume l’insieme degli “ostacoli” che incontreremo con lo scopo di gettare le basi di un’alleanza benefica tra medicina convenzionale e medicina integrata.    

“Medicina Integrata e food management per la prevenzione e la cura del tumore”

Prima di tutto, cos’è la medicina integrata?   “È la combinazione o la convergenza del meglio della medicina classica e delle terapie complementari per le quali disponiamo di prove scientifiche e relative garanzie della loro sicurezza.” Dr. Andrew WEIL (USA).

In linea di principio non c’è nulla da dire.   

Ma sul terreno? I dottori che curano i malati, cosa fanno?  Inoltre, questa definizione non è realistica perché è a senso unico.

<<Uno dei motivi principali per i quali certe conoscenze, probabilmente importanti, sono negate sia nella medicina convenzionale che nella medicina integrata, è perchè sono state acquisite in modo IMPURO, nel disordine, quindi empirico, dato che la causa principale del cancro è ancora sconosciuta.  

Le persone non si stupiscono che i fisici sperimentali hanno scoperto dozzine di particelle, mentre i teoristi non sanno ancora dire come la materia è costituita! E molto prima delle loro scoperte, hanno fatto esplodere la loro bomba!>>  Lucien Israel.

Ma riteniamo che il passo in avanti versa la convergenza delle terapie esista.  

Qualsiasi strategia di trattamento del cancro è, infatti, una convergenza delle terapie. Sia convenzionale che complementare.

Quasi 40 anni fa, sono andato dall’uomo che mi ha insegnato l’oncologia, il prof. Lucien ISRAEL, per chiedergli l’autorizzazione di lavorare come volontario nel suo dipartimento di Parigi. Mi chiese: “Che diplomi hai?” Gli ho consegnato la mia laurea in medicina, un certificato di studi specializzati nella chemioterapia, un certificato di studi specializzati nella chirurgia maxillo-facciale, un titolo ospedaliero da esterno.

Mi fissò per due minuti con i suoi occhi intelligenti e disse: “Probabilmente Lei vorrebbe diventare un buon oncologo visto che è qui. Perciò, Lei deve prima conoscere la radioterapia e l’immunologia perché, vede, l’oncologia è al crocevia delle specializzazioni.” Lui aveva già capito che il cancro si doveva trattare innanzitutto attraverso la convergenza delle terapie. A quel tempo la medicina convenzionale non conosceva il termine “medicina integrata”, conosceva solo “medicina alternativa”. Questo termine fuorviante, usato volutamente in modo negativo e critico, ci ha fatto sprecare un sacco di tempo e forse non è ancora finita!

La medicina integrata, tuttavia, è difficile da identificare, molto complicata da comprendere. È una “giungla” con le sue bellezze e trappole pericolose, se non addirittura mortali. Questo termine comprende una moltitudine di tecniche, specializzazioni, piante, credenze. Io ho studiato per molto tempo una gran parte di tutto questo. Alcune di queste ritengo siano state interessanti dal punto di vista della prevenzione della malattia e del sostegno dei pazienti oncologici sottoposti a trattamento chemio o radioterapico.  Ma nessuno è stato il miracolo che il paziente si aspetta. Non dimenticate quello che ho detto all’inizio del discorso:

l’uomo crede di poter fare quello che vuole, perché pensa che verrà salvato dalla medicina. Alcuni pazienti ci odiano quando si rendono conto che non li cureremo, specialmente se stanno soffrendo.


Abbiamo ancora molto lavoro da fare per poter utilizzare alcune di queste terapie non convenzionali. Ho detto “alcune” perché probabilmente una parte di queste dovranno essere escluse. La scelta sarà difficile. In primo luogo, è fondamentale escludere i ciarlatani che purtroppo esistono. Farete scelte difficili, dovrete essere molto attenti, umili ma critici.  

Alcune terapie non convenzionali sono già utilizzate in Europa, e negli Stati Uniti e queste per esempio sono: la fitoterapia, l’agopuntura, l’omeopatia e la medicina ancestrale cinese.

L’OMS ha lanciato un programma di ricerca riguardante medicine tradizionali, fitoterapia e medicine integrate. Esistono già buone prove dell’efficacia riguardo alle piante medicinali.

Ma gli allopatici sottolineano l’approccio scientifico dell’allopatia e sostengono che è privo di valori culturali. Dimenticano che queste terapie, chiamate MTR, si sono sviluppate in modo diverso, influenzate dalla cultura e dalle condizioni storiche. La loro base comune è un approccio olistico alla vita, l’equilibrio tra spirito e corpo ed il loro ambiente ed un focus sulla salute piuttosto che sulla malattia. Questo approccio rende la valutazione scientifica estremamente difficile. Tuttavia, un gran numero di pratiche e MTR sono state utilizzate da molto tempo.

Alcune prove scientifiche indicano un potenziale promettente. Citerò solo 3 esempi: l’agopuntura, l’Artemisia annua per il paludismo e il Ginkgo Biloba per la microcircolazione.

Ho tenuto per ultimo 2 argomenti che purtroppo ridicolizzano noi medici e scienziati: l’alimentazione e la prevenzione.

Il primo tema è l’ALIMENTAZIONE.  

Come possiamo trascurare così tanto l’alimentazione dei malati!

Come possiamo dare glucosio ai diabetici nelle loro infusioni e sentire che abbiamo insulina a disposizione!

E ancora mi domando: come possiamo fare la stessa cosa con i malati di tumore in ragione del fatto che sappiamo che le cellule del cancro sono avide di glucosio? Eppure, andate a guardare che cosa portano nei vassoi ai poveri malati a cominciare dal mattino, e questo anche nei più quotati centri oncologici: biscotti, merendine, marmellate, yogurt con più zucchero delle stesse bibite gassate… No, non ci siamo.

Continuo a chiedermi: allo stesso modo, come fanno gli scienziati ad accettare di trattare l’artrosi, che riguarda l’80% della popolazione dopo i 45 anni, con farmaci antinfiammatori senza preoccuparsi di ciò che questa popolazione mangia?

Come giudicare alcuni medici, che rispondono alla domanda – cosa posso mangiare dottore? -: “Un po’ di tutto” o “quello che vuole”! Io penso che questa sia una frase che nessun medico degno di questo nome può permettersi di dire, men che meno se è un oncologo! E invece…

No! Noi medici abbiamo l’obbligo di dare all’alimentazione il suo posto che è così importante: non solamente in prevenzione ma anche durante il trattamento.

La convergenza delle medicine deve correggere questi errori imprescindibili.

Ma per fare questo, è necessario restituire la personalità al paziente.  Deve capire che ha un ruolo da svolgere, una responsabilità sulla propria salute soprattutto nella sua alimentazione, nel suo stile di vita, nella gestione del suo stress.  Ma lo si deve, ovviamente, guidare all’inizio.  Si deve formare   il suo entourage, che spesso è il vero responsabile. Conseguentemente desidero suggerire che sarà necessario allenare meglio i “terapeuti”, compreso il corpo medicale.

In secondo luogo, la convergenza delle medicine deve portare ad un punto essenziale che la nostra medicina convenzionale ha completamente dimenticato e che rimane, fortunatamente, presente nella medicina complementare: il rapporto paziente-terapeuta.

Questo rapporto è abbastanza potente per aumentare o diminuire l’effetto della terapia. Quindi c’è una relazione della mente con il corpo. E QUESTO È DIMOSTRATO SCIENTIFICAMENTE, non se ne dispiacciano alcuni.

Questa relazione crea un legame fondamentale tra il paziente il terapeuta: la FIDUCIA.

E qui ci stiamo occupando di un argomento ancora “taboo” per la scienza medica convenzionale: la psicologia e il cancro.

Mi chiedo: c’è un nesso causale tra esperienza emotiva e malattia e, in particolare, con la nascita del cancro e il suo sviluppo?

La medicina psicosomatica classica continua ancora a negarla.

Ragion per cui, la convergenza sarà a questo punto più che problematica!

 “Reintegrare la “buona medicina complementare” è il reinserimento di una parte predominante della medicina, il ritorno alla sua missione principale:

avere cura della persona nella sua totalità al contempo essere guidati dalle conoscenze scientifiche.

L’ultimo punto che affronterò sarà la prevenzione.  

A mio avviso, rappresenta la migliore arma a nostra disposizione per combattere le malattie cancerose, almeno per il momento.

Di fronte alle malattie, dovremmo chiederci: perché la nostra medicina occidentale non è in grado di offrire una vera prevenzione?

Questo per una ragione molto semplice: si oppone, contraddice, sfida e confuta la nozione di terreno, che, tuttavia, è un concetto tanto ovvio e logico.

Questo conflitto, divenuto ostile se non odioso, raggiunge l’apice del ridicolo quando alcuni dei nostri eminenti scienziati non ammettono ancora che ogni individuo è unico, e che siamo quindi tutti diversi, il che è evidentemente palese.

Come si potrebbe spiegare, per esempio, che i trattamenti sono gli stessi per tutti?

Che alcuni non hanno bisogno di vaccini, altri sì?

Che altri ancora siano intolleranti ad alimenti che invece altri sopportano bene?

Ce lo dirà la genetica? Certo, che la genetica ha voce in capitolo, ma non spiega tutto.

Per ottenere una prevenzione efficace, in un modo o nell’altro, si deve tornare obbligatoriamente alla nozione inevitabile di TERRENO.

Già durante i miei studi medici mi sono spesso posto delle domande, ho dubitato e talvolta ho avuto delle discussioni con i miei colleghi e maestri. Con il tempo, l’esperienza, la riflessione, sono sempre un po’ più convinto che dobbiamo tornare al terreno, capirlo, scoprirlo, classificarlo. Questo è stato fatto per la prima volta dalla medicina cinese molto tempo fa (quasi 2000 a.C.). Seguito molto più tardi dall’Occidente: Galien, Ippocrate, Ambroise Paré che ha creato il termine DIATHESE (dal greco significa terreno), unicisti (Hahnemann, Kent), Béchamps, Claude Bernard, Sheldon, Pende e tanti altri che, sono stati buttati ingiustamente nella “spazzatura” dei medici alternativi.

Alla fine della sua vita Pasteur aveva detto: “Bechamps aveva ragione. La malattia non è nulla, il terreno è tutto.”

Il “terreno” è la qualità fondamentale, la costituzione di base dell’organismo di un essere vivente. Questo è ciò che l’individuo ha ereditato dai suoi genitori, ma è anche il risultato di ciò che si è creato nel tempo, dalle sue abitudini, dalla sua alimentazione, dalle sue convinzioni, dai suoi pensieri…
Ma prevenire significa anche guerra all’industria, all’agricoltura moderna, alle onde, a medicinali a volte inutili o mal gestiti (antibiotici, ad esempio).  
 Ancora una volta, vi attende un enorme lavoro, ma spero che siamo sull’orlo della convergenza delle medicine per il bene dei malati.

Voi non siete soli.

In Francia, in Svizzera e altre nazioni hanno annunciato la creazione di Masters, gruppi di lavoro dedicati alla medicina integrata e alla convergenza delle terapie.  

Purtroppo non siamo ancora arrivati all’unione, in particolare dei medici asiatici e occidentali. Siamo molto lontani da questo.

E sapete perché?

La loro missione, il loro scopo sono totalmente estranei, come ho già detto.  

Uno vuole mantenere le persone “sane”, l’altro vuole curare le malattie.  Uno avverte, dunque è preventivo, l’altro guarisce e vorrebbe essere curativo.

Allora perché queste due medicine non si prendono per mano?

La risposta è semplice: la prevenzione è nemica del mondo industriale è l’incubo delle aziende farmaceutiche. Le malattie, soprattutto quelle croniche, sono un’importante fonte di reddito. 

Siamo all’alba della convergenza, ma la battaglia sarà dura e lunga. Sono convinto che l’istinto di sopravvivenza dell’uomo avrà il sopravvento.

“Per ciò che riguarda i tumori, voi che otterrete questo Master, ricordatevi sempre che il dovere di un oncologo è di uscire dai sentieri battuti.” Lucien Israel

Sono con voi con tutto il cuore.

Grazie.

Dr. Philippe Lagarde.”

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Chi è il Dr. Lagarde

Philippe Lagarde è un rinomato medico specializzato in oncologia, conosciuto in tutto il mondo per le sue idee e tecniche innovative di applicazione delle cure per il cancro e dal suo immenso impegno sociale verso le persone affette dalla malattia.

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