Jean-Claude Guilland*
Centre hospitalier universitaire de Dijon, Plateau technique de biologie, 2 rue Angélique Ducoudray, BP 37013, 21070 Dijon cedex
* jean-claude.guilland@wanadoo.fr
Nessun fattore vitaminico può essere considerato isolatamente. Infatti, l’attività della maggior parte delle vitamine dipende spesso da uno o più altri nutrienti (vitamine, minerali e oligoelementi). Le interazioni vitaminiche possono essere esercitate a livello dell’assorbimento intestinale, del metabolismo e dei meccanismi d’azione delle vitamine. Una vitamina può sostituire in qualche misura un’altra vitamina e può avere un effetto benefico sulla sopravvivenza, sulla crescita, sulla gestazione o sui segni biologici e clinici di un’avitaminosi. Queste interrelazioni benefiche, note come “vicarianza”, sono state ben documentate negli animali da esperimento. Ad esempio, la somministrazione di vitamina A ritarda l’insorgenza dei sintomi dello scorbuto nelle cavie. D’altra parte, le interrelazioni vitaminiche possono avere un effetto nefasto. Un sovraccarico di una vitamina può portare a vari disturbi, aggravare o addirittura causare una carenza di un altro fattore vitaminico. Per esempio, la niacina, la colina e l’acido folico in dosi elevate aumentano l’avitaminosi B1 e la carenza di vitamina C è aggravata dal sovraccarico di vitamina A. Questi dati evidenziano la complessità delle interazioni vitaminiche e permettono di fare due considerazioni generali. L’azione di una vitamina non può essere considerata senza tenere conto delle possibili interazioni tra essa e altre vitamine o nutrienti. Queste interazioni evidenziano anche la difficoltà di determinare l’entità del fabbisogno di una vitamina, condizionato, almeno in parte, dal grado di abbondanza di altre vitamine o nutrienti. Nel caso delle vitamine liposolubili (A, D, E e K), sono state dimostrate interazioni tra la vitamina A e la vitamina D o la vitamina E, e tra la vitamina E e la vitamina C o la vitamina K.
Le interazioni vitaminiche si traducono in effetti additivi, sinergici o antagonistici (Figura 1). Nel primo caso, l’interazione delle due vitamine si traduce nell’aggiunta dell’effetto di ciascuna delle due vitamine, mentre nel secondo caso l’interazione determina un effetto superiore alla somma degli effetti prodotti da ciascuna vitamina. Nel terzo caso, la somma degli effetti è inferiore all’effetto di ciascuna vitamina. Le interazioni tra vitamine antiossidanti (C ed E) e β-carotene sono state oggetto di numerosi studi per valutare il potenziale protettivo di ciascuno di questi composti o della loro combinazione nei confronti delle malattie degenerative. Gli esperimenti di Shklar et al. (1993) sul cancro della guancia del criceto sono particolarmente interessanti, poiché il cancro sviluppato sperimentalmente in questi animali è paragonabile in tutto e per tutto al cancro naturale. Questi autori non hanno osservato alcuna regressione dei tumori indotti se il β-carotene o la vitamina E venivano somministrati isolatamente. Al contrario, quando il β-carotene e la vitamina E vengono somministrati insieme, i tumori indotti dalla somministrazione locale di dimetilbenzantracene (DMBA), un iniziatore di tumori, regrediscono completamente.
Figura 1.
Rappresentazione schematica di un effetto additivo e di un effetto sinergico.
Issue OCL
Volume 18, Number 2, Mars-Avril 2011
Dossier : Vitamines liposolubles
Page(s) 59 – 67
Section Nutrition – Santé
DOI https://doi.org/10.1051/ocl.2011.0376
Published online 15 March 2011
OCL 2011 ; 18(2) : 59–67